Italy: Social Justice, Women's Human Rights and Migration
Welcome reader! I write in Italian and English so please search by writing "Italian" or "English" on the search box. I write about my walk of life, my work as humanitarian social aid worker in Italy, my diaspora life and my black African identity. I share my take on everyday life as migrant black woman in Italy. I review my commitment to humanity after every experience here with you.So hope you enjoy reading me. Subscribe if you like what you read and please leave comments!Thanks
Sunday, 21 October 2018
Friday, 25 May 2018
Gettoni d'acqua fredda sui rifugiati, gettoni d'oro sui CIE
18 Dicembre, Lampedusa.
Kaled, un rufugiato siriano, filma il dramma degli "accolti" e delle sevizie a cui sono sottoposti. Quelle immagini di rifugiati spogliati, riprendono ciò che appare ordinaria amministrazione nei CIE.
A mandarle in onda è il canale televisivo RAI2, nel suo TG2.
L'Europa è scioccata.
L'Europa del premio nobel, ancora in ripresa da altri drammi, è inorridita da tale video, da tali situazioni nei centri d'accoglienza. Shock, eh si. Ecco l'uso che si fa dei milioni di euro stanziati per mandare avanti strutture simili. Ed è dunque ordinaria amministrazione calpestare la dignità umana, per non parlare poi dei diritti (assenti) dei minori. Leggo che la commissione UE ha sbloccato altri 30 milioni. Di sicuro non finiscono per davvero aiutare i rifugiati in giro per l'Italia, soli, senza un vera accoglienza.
Oggi, rispondendo all'inviata del TG2, il portavoce
di Cecilia Malmström, commissaria europea per gli affari interni (1), ha
dichiarato che i 30 milioni sbloccati da lei per "aiutare" l'Italia
nell'accoglienza dei rifugiati non sono usati in maniera soddisfacente.
Le conseguenze del non raggiungimento degli standard minimi nei CIE,
come da accordo concordato con l'italia, comporterebbero tagli dei fondi
UE l'inizio di procedure di infrazione.
Kaled, un rufugiato siriano, filma il dramma degli "accolti" e delle sevizie a cui sono sottoposti. Quelle immagini di rifugiati spogliati, riprendono ciò che appare ordinaria amministrazione nei CIE.
A mandarle in onda è il canale televisivo RAI2, nel suo TG2.
L'Europa è scioccata.
L'Europa del premio nobel, ancora in ripresa da altri drammi, è inorridita da tale video, da tali situazioni nei centri d'accoglienza. Shock, eh si. Ecco l'uso che si fa dei milioni di euro stanziati per mandare avanti strutture simili. Ed è dunque ordinaria amministrazione calpestare la dignità umana, per non parlare poi dei diritti (assenti) dei minori. Leggo che la commissione UE ha sbloccato altri 30 milioni. Di sicuro non finiscono per davvero aiutare i rifugiati in giro per l'Italia, soli, senza un vera accoglienza.
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Fotogramma dal TG2 che mostra i rifugiati, obbligati a spogliarsi, sono poi lavati con pompe d'acqua. |
Sunday, 20 May 2018
Era il 24 maggio. La festa dell'illusione di una indipendenza tradita
Cara Nadia,
sorellina mia, a breve festeggerai la festa di indipendenza dell’Eritrea, come si fa ogni anno dal 1991. Tu sei nata in una Eritrea non più colonizzata a differenza di Nonna e mamma. Io sono nata nel periodo di lotta. Quanti ricordi. A volte confusi. Avevo appena 7 anni circa.
Era il 24 Maggio 1991 quando la gente seppe che il regime Derg era finito! Finito! Eritrea Libera! Etiopia Libera! Andavo in prima elementare. La mano di mia mamma Naneshey stretta intorno alla mia, fino quasi a farmi male. Come mai stringeva così forte? Erano tutti con le mani in aria a gridare felici! Anche io volevo gridare. Ma quei carri armati in mezzo alla strada a mia mamma non piacevano... Lei aveva il viso rigato di lacrime, il sorriso che tremava e camminava verso casa, nel mio vecchio quartiere d'infanzia "Tabba". Mi giravo mentre trotterellavo per stare al suo passo spedito..sentivo la sua tensione... non capivo. La guardavo e vedevo le sue lacrime. E vedevo che salutava la gente e si complimentava. Altre donne con il zuria e mendil (1) in mano a sventolarlo come fosse una bandiera, "Iiiiielelelelelelellll" il trillo di gioia...
Sorridevo ma non osavo chiedere a Naneshey perché i suoi occhi lacrimassero... sentivo che era meglio non chiedere. Perché probabilmente la sua risposta breve e diretta non mi sarebbe piaciuta... chiederò a nonna Awetashey, lei si che mi saprà raccontare la risposta con una bella storia, della quale non capirò l'inizio, ma alla fine a modo suo avrà risposto alla mia curiosità. Awetashey quando torni dall'America? Ora la guerra è finita, ora puoi tornare. Si? E mi porterai tante cose belle, lo so. E mi chiamerai "Eduye"come solo tu fai.
sorellina mia, a breve festeggerai la festa di indipendenza dell’Eritrea, come si fa ogni anno dal 1991. Tu sei nata in una Eritrea non più colonizzata a differenza di Nonna e mamma. Io sono nata nel periodo di lotta. Quanti ricordi. A volte confusi. Avevo appena 7 anni circa.
Era il 24 Maggio 1991 quando la gente seppe che il regime Derg era finito! Finito! Eritrea Libera! Etiopia Libera! Andavo in prima elementare. La mano di mia mamma Naneshey stretta intorno alla mia, fino quasi a farmi male. Come mai stringeva così forte? Erano tutti con le mani in aria a gridare felici! Anche io volevo gridare. Ma quei carri armati in mezzo alla strada a mia mamma non piacevano... Lei aveva il viso rigato di lacrime, il sorriso che tremava e camminava verso casa, nel mio vecchio quartiere d'infanzia "Tabba". Mi giravo mentre trotterellavo per stare al suo passo spedito..sentivo la sua tensione... non capivo. La guardavo e vedevo le sue lacrime. E vedevo che salutava la gente e si complimentava. Altre donne con il zuria e mendil (1) in mano a sventolarlo come fosse una bandiera, "Iiiiielelelelelelellll" il trillo di gioia...
Sorridevo ma non osavo chiedere a Naneshey perché i suoi occhi lacrimassero... sentivo che era meglio non chiedere. Perché probabilmente la sua risposta breve e diretta non mi sarebbe piaciuta... chiederò a nonna Awetashey, lei si che mi saprà raccontare la risposta con una bella storia, della quale non capirò l'inizio, ma alla fine a modo suo avrà risposto alla mia curiosità. Awetashey quando torni dall'America? Ora la guerra è finita, ora puoi tornare. Si? E mi porterai tante cose belle, lo so. E mi chiamerai "Eduye"come solo tu fai.
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ERITREE-ETIOPI. DONNE. SORELLE PRIMA DI TUTTO.L'UNIONE E' LA NOSTRA FORZA... |
Thursday, 17 May 2018
Cara Eritrea, ONU e Mondo chiamano ufficialmente la tua attenzione sui diritti umani
Ore 17.00 pm 22 Giugno,Ginevra. La
Commissione d'Inchiesta( COI)chiama il Consiglio dei Diritti Umani a
valutare,soppesare il report ed eventualmente agire. Ecco la mia
traduzioni dei punti principali:
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http://webtv.un.org/watch/id-commission-of-inquiry-on-eritrea-23rd-meeting-29th-regular-session-of-human-rights-council/4316038175001 |
a)
ridurre servizio militare a quello che era stato detto nel 1991 a 18
mesi di servizio e non come è ora a tempo illimitato rendendo tutti
manodopera forzata portando cosi la popolazione a situazione di
schiavitù( rendendo questo gli eritrei numero 2 dei popoli che chiedono
asilo politico al mondo)
b)
Dichiare attiva e stiturie la Costituzione Eritrea ,come doveva essere
nel 1997 ( mai andato in vigore dall'indipendenza '91)
c)
rilascio immediato delle centinaia di prigionieri giornalisti, politici
e obiettori di coscienza in galera incomunicado dal 2001
d)
collaborare con la commissione d'inchiesta ONU che ha chiesto
ripeutamente di entrare in Eritrea per vedere le condizioni di diritti
umai del popolo Eritreo. Accesso negato alla COI
e)Creare
una commissione interna indipendente che investighi nelle violazioni di
diritti umani causate da persone in potere in eritrea e dal governo
eritreo ( torture, sparizioni e uccisioni fuori legge) e sulle uccisioni
avvenute per causa della politica adottata di "spara per uccidere" sui
confini Eritrei
f)intraprendre una strada di fatti verso un cambiamento e processi di democratizzazione del paese. Fatti e non solo parole.
g)Si
riconosce i miglioramenti nella riduz mortalità infantile e
scolarizzazione ma non rispecchia una basilare condizione di rispetto
Diritti Umani del popolo
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