Wednesday, 14 March 2018

Donne di "Casa di Ramia": educazione ai diritti umani delle donne a Verona

Parte 1

Frequento Casa di Ramia, centro interculturale femminile di Verona, da circa 8 mesi. Sono stata molto affascinata da subito dalla dinamica di questo spazio. Sembra di entrare in un appartamento come un'altro.
logo casa di ramia-verona
Si trova in via Nicola Mazza 50. Esiste da circa 10 anni. L'ho conosciuto perché durante il mio percorso formativo al Master ho scelto questo posto per svolgere il mio tirocinio.

Uno spazio di condiviso, basato su una cultura di scambio di saperi e di tempo

Qui ho conosciuto più donne dal mondo che in nessun altro posto a Verona. Sono insegnanti, madri, scrittrici, disoccupate, senza fissa dimora, pensionate, figlie, gay, etero, cristiane, musulmane. Sono di diverse fasce sociali. Vivono Casa di Ramia come se fosse un'estensione della loro casa. E settimana dopo settimana, anche io ho pian piano capito il flusso del tempo, di come scorre. C'è una tabella di orari e di attività che vi sovolgono. Lo spazio messo a disposizione gratuitamente dal Comune di Verona è vissuto e usato da varie associazioni.

E' un luogo che ha un approccio (verso le utenti) volutamente de-strutturato ma ben organizzato. Questo permette alle donne di varia formazione di sentirsi a loro agio, a prescindere dalla loro "impostazione" culturale della condivisione di spazi.
Frequentando questo posto mi sono resa conto dei bisogni di molte donne, a partire da quelle che io conosco già, rifugiate che non hanno dove andare in giornata visto che non lavorano e non ci sono corsi appositamente strutturati per loro. Vorrebbero imparare a usare il computer meglio, imparare l'italiano meglio, "non i corsi, solo di grammatica, e per breve tempo che poi non impariamo molto" mi dice una ragazza marocchina. "Qui mi hanno insegnato anche modi dire italiani che quando vado in giro li sento e sorrido perchè capisco". Si perchè insegnare una lingua passa anche attraverso la sua cultura e le sue sfumature.
Io ho deciso di mettermi alla prova e organizzare allora un corso, insieme ad un'altra volontaria, Luigia (programmatrice). Il primo intoppo è stato: dove fare il corso visto che a casa di Ramia non ci sono abbastanza computer? Al che abbiamo chiesto la sala di informatica della FEVOSS (centro ricreativo per anziani di Veronetta). Sono stati gentili e disponibili e ora stiamo facendo questo corso di alfabetizzazione digitale.
Sono donne che vogliono poter saperi aprire un'email e comunicare con la famiglia, leggere news e sapere cosa succede nel mondo. Un passo in avanti nella loro acquisizione di nozioni fondamentali per la loro vita interculturale a Verona.
Dai dialoghi e incontri tra noi di Casa di Ramia sono venuti fuori tanti bisogni, e modi per affrontare il bisogno di crearsi un lavoro attraverso le proprie capacità artigianali e talenti. E' tutto un work in progress.
La gioia sta nel vedere le rifugiate etiopi ed eritree che conosco dire "voglio saper fare un cappuccino e lavorare come cameriera" oppure "voglio andare all'università".
Insieme ad altre volontarie abbiamo in mente altri progetti e laboratori per creare risposte a bisogni della vita quotidiana di immigrate disoccupate ma professioniste. Il meglio per noi deve ancora venire. E insieme, vedo che ce la possiamo fare.

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