Parte 1
Frequento Casa di Ramia, centro interculturale femminile di Verona, da circa 8 mesi. Sono stata molto affascinata da subito dalla dinamica di questo spazio. Sembra di entrare in un appartamento come un'altro.![]() |
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Uno spazio di condiviso, basato su una cultura di scambio di saperi e di tempo
Qui ho conosciuto più donne dal mondo che in nessun altro posto a Verona. Sono insegnanti, madri, scrittrici, disoccupate, senza fissa dimora, pensionate, figlie, gay, etero, cristiane, musulmane. Sono di diverse fasce sociali. Vivono Casa di Ramia come se fosse un'estensione della loro casa. E settimana dopo settimana, anche io ho pian piano capito il flusso del tempo, di come scorre. C'è una tabella di orari e di attività che vi sovolgono. Lo spazio messo a disposizione gratuitamente dal Comune di Verona è vissuto e usato da varie associazioni.E' un luogo che ha un approccio (verso le utenti) volutamente de-strutturato ma ben organizzato. Questo permette alle donne di varia formazione di sentirsi a loro agio, a prescindere dalla loro "impostazione" culturale della condivisione di spazi.
Frequentando questo posto mi sono resa conto dei bisogni di molte donne, a partire da quelle che io conosco già, rifugiate che non hanno dove andare in giornata visto che non lavorano e non ci sono corsi appositamente strutturati per loro. Vorrebbero imparare a usare il computer meglio, imparare l'italiano meglio, "non i corsi, solo di grammatica, e per breve tempo che poi non impariamo molto" mi dice una ragazza marocchina. "Qui mi hanno insegnato anche modi dire italiani che quando vado in giro li sento e sorrido perchè capisco". Si perchè insegnare una lingua passa anche attraverso la sua cultura e le sue sfumature.
Io ho deciso di mettermi alla prova e organizzare allora un corso, insieme ad un'altra volontaria, Luigia (programmatrice). Il primo intoppo è stato: dove fare il corso visto che a casa di Ramia non ci sono abbastanza computer? Al che abbiamo chiesto la sala di informatica della FEVOSS (centro ricreativo per anziani di Veronetta). Sono stati gentili e disponibili e ora stiamo facendo questo corso di alfabetizzazione digitale.
Sono donne che vogliono poter saperi aprire un'email e comunicare con la famiglia, leggere news e sapere cosa succede nel mondo. Un passo in avanti nella loro acquisizione di nozioni fondamentali per la loro vita interculturale a Verona.
Dai dialoghi e incontri tra noi di Casa di Ramia sono venuti fuori tanti bisogni, e modi per affrontare il bisogno di crearsi un lavoro attraverso le proprie capacità artigianali e talenti. E' tutto un work in progress.
La gioia sta nel vedere le rifugiate etiopi ed eritree che conosco dire "voglio saper fare un cappuccino e lavorare come cameriera" oppure "voglio andare all'università".
Insieme ad altre volontarie abbiamo in mente altri progetti e laboratori per creare risposte a bisogni della vita quotidiana di immigrate disoccupate ma professioniste. Il meglio per noi deve ancora venire. E insieme, vedo che ce la possiamo fare.
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