Nel mattino dell'inverno color cenere,
in questo insieme di storia,
di cui bisbigliano le antiche mura
della splendente Verona.
Le sue labbra si piegano
a disegnare un sorriso,
quante storie non raccontante.
L'aria frizzante esce dalla quella bocca di terre lontane,
di fumo candido e vela
il color miele degli occhi,
e delinea quel viso
color sabbia del deserto,
venuta da terre lontane.
Freddo. La sua pelle nata nel battesimo del sole, resiste.
Sommersa nel suo stesso tepore
sorride,
la mente è fresca di ricordi,
del candore della neve,
della bellezza dei monti.
Sorride al pensiero,
e un giorno sarà là su, su, su.
Ammira il creato
guarda in giù e sa.
Brama oh sì,
quello sguardo,
dono della natura al falco e all'aquila,
sorride, raccontate,
oh se solo potessero,
se solo sapesse leggerli
quegli sguardi, e quei richiami,
pieni di memorie
catturate dalle vette dei monti Veronesi.
Oh si, per un attimo,giusto un attimo,
cogliere ciò che l'occhio
nudo umano non può.
Calore.Poi sorride, e sa,
il cuore fragile,nudo e umano,
cattura nel profondo
della vetta di un sogno
in cerca del calore che disegna
con il fumo candido del suo respiro
colto in un attimo
per poi disperdersi
a poco a poco,
nel bianco cenere Veronese.
Eden Getachew
15/01/2013 15:17
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